Ecco la missiva a firma del presidente Paolo Magri in occasione del centenario dell’associazione
Cari associati, è per me un onore rivolgermi a voi in occasione del centesimo anniversario della nascita della nostra associazione. ANCMA raggiunge questo importante traguardo in un momento storico particolarmente difficile, che sta mettendo a dura prova le persone, i mercati, il Sistema Paese e la filiera legata alla nostra industria.
Tuttavia quando nell’estate del 1920 l’Associazione Nazionale del Ciclo Motociclo e Accessori mosse a Milano i primi passi, il periodo che stavano vivendo i nostri illustri fondatori non era certo meno travagliato di questo. L’Italia era infatti attraversata da aspre rivolte sociali e i bilanci dello Stato fortemente indeboliti dalle spese di guerra.
In quel contesto l’industria nazionale delle due ruote a motore ricopriva un ruolo molto marginale e i quasi 27mila motoveicoli che circolavano sul territorio italiano, per lo più di provenienza estera, erano considerati oggetti di lusso da tassare. L’espansione della bicicletta era invece più significativa, ma è proprio da quegli anni che, con fortune alterne, inizia sotto il segno della passione e della genialità lo sviluppo di un comparto che è oggi trainante per il sistema economico.
In venti lustri di storia l’ANCMA è cresciuta con voi, si è confrontata con la complessità crescente delle istanze del settore, si è evoluta da cooperativa di servizi fino ad affermarsi in un’associazione di categoria ascoltata, rappresentativa e influente. Lungo questo tragitto la nostra industria ha affrontato l’orrore e la sofferenza di un secondo conflitto mondiale e le grandi trasformazioni del secolo scorso.
Con la spinta alla motorizzazione popolare e la diffusione della bicicletta è stata protagonista della ricostruzione del Paese. Nel tempo, insieme al settore dei componenti e dell’abbigliamento, ha aumentato la propria dimensione e la qualità fino ad arrivare a fronteggiare gli interrogativi che accompagnavano la nascita del mercato comune europeo e le sfide imposte dal boom economico. È passata attraverso le difficoltà della crisi energetica alla fine degli anni ’70, giungendo a confrontarsi con le incertezze dei primi anni ’90 imposte dalla guerra del Golfo e, non senza vivere altri importanti problemi, a guardare attraverso il secolo attuale contraddistinto dall’accentuazione di un’economia e un mercato sempre più globali e da nuove prove per tutta l’industria della mobilità.
Oggi, dopo cento anni, fare memoria di queste vicende ci aiuta a ritrovare una rinnovata speranza. Volgendosi indietro, la storia ci insegna infatti che al termine delle prove più dure che ha affrontato il nostro Paese, il ritorno alla normalità è in qualche misura passato sempre attraverso il protagonismo dell’industria che ANCMA rappresenta.
Ripercorrere il lungo cammino intrapreso dall’associazione e la storia delle vertenze con le istituzioni, rileggere le sconfitte e i risultati ottenuti, ci consente anche di riflettere sul contributo determinante che ANCMA ha dato alla diffusione delle due ruote, alla promozione del loro valore sociale ed economico, come anche alla crescita delle rispettive comunità di utenti, sportivi e appassionati.
Attraverso EICMA abbiamo dato alle nostre imprese uno strumento attuale che negli anni si è affermato come un’eccellenza internazionale in ambito fieristico: uno degli eventi espositivi più importanti al mondo in termini di visibilità, attrattività e valore istituzionale conquistato. Il “nostro Salone” rappresenta un appuntamento imprescindibile non solo per il settore, che mai come oggi richiede attenzione, tutela e responsabilità.
Le circostanze impongono equilibrio, ma l’austerità con cui festeggiamo questo centenario ci consente di ritrovare negli elementi fondativi della nostra associazione la forza di trasformare questo momento in un’opportunità. I successi sportivi e quelli imprenditoriali ci hanno inoltre insegnato che ogni traguardo raggiunto è una nuova partenza, un nuovo punto d’inizio. E la nostra ripartenza è proprio contraddistinta dall’attualità dei valori della rappresentanza e dell’associazionismo, specialmente in questo momento.
Per questo mi congedo da voi con le parole utilizzate in occasione del cinquantesimo anniversario di fondazione di ANCMA dell’allora presidente Col. Luigi Glarey quando, riferendosi alle “situazioni eccezionalmente gravi” che l’associazione aveva affrontato nei primi cinquant’anni di vita, scrisse che “la morale e l’insegnamento che si possono trarre da una così difficile e varia esperienza è che non ci sono ostacoli veramente insormontabili se non viene meno l’impegno degli uomini, effuso e potenziato da un leale e illuminato spirito di costruttiva collaborazione”.
Questo è quello che desidero per l’associazione e che insieme a voi voglio continuare a fare per affrontare le nuove sfide che abbiamo davanti.